Guida Turistica

Domande e Risposte

La Guida Turistica assolve una missione: valorizzare e promuovere il patrimonio storico, artistico e culturale del Paese. Pertanto non si limita ad accompagnare, come a volte - erroneamente   si è indotti a credere, i turisti in giro per le città e per i musei. Si tratta di un lavoro nobile e di importanza strategica, considerando i flussi turistici che le bellezze nostrane sono in grado di attrarre durante l’intero anno.
La passione per l’arte, un’adeguata formazione culturale, la conoscenza di più lingue straniere e buone doti comunicative sono da considerare dei prerequisiti per chi decide di diventare una Guida. Tuttavia, questi elementi da soli non sono sufficienti se si vuol operare nel pieno della legalità. Ai suddetti, infatti, occorre aggiungere - così come accade in altri ambiti - un requisito indispensabile per lo svolgimento di questa attività: il conseguimento di un’abilitazione all’esercizio della professione, che si ottiene dopo aver superato un apposito esame indetto a cadenza biennale attraverso bandi regionali o delle province autonome.
In Italia la procedura di partecipazione è scandita dall’ordinamento, e richiede il raggiungimento della maggiore età e il possesso di un diploma di laurea triennale o di un titolo equipollente.

Adoro passare buona parte del mio tempo – soprattutto se si tratta di quello lavorativo – per strada tra i monumenti, nelle gallerie d’arte, alle mostre, in pinacoteche o nei musei. Sono luoghi del cuore che considero parte essenziale del mio mondo.

Non credo di poter essere considerata strana, e ancor meno un’eccezione, quando affermo che la scelta di voler lavorare e realizzarmi come guida turistica nasca proprio dalla forte passione che nutro verso l’arte e la cultura, nelle sue molteplici espressioni.

Sin da piccola ho sempre avvertito forte il bisogno di conoscere le storie, i particolari, i retroscena e qualsiasi altra informazione (interessante o bizzarria, poco importa) riguardante le opere che nel corso degli anni mi sono ritrovata ad ammirare dal vivo, attraverso i vari percorsi di studi o di cui semplicemente sentivo discutere in famiglia, tra amici o da estranei.

Una propensione innata oserei dire, sorretta ed alimentata ulteriormente dal piacere di trasmettere e diffondere sapere. Parlare di arte a persone interessate e disposte ad ascoltare mi fa sentire bene con me stessa e in connessione con l’ambiente circostante.


La ripetitività è una problematica reale, anche se non riguarda tutte le Guide Turistiche.

Alcune di esse – purtroppo o per fortuna – lavorando in circoli ristretti (ad esempio in pochi o piccoli musei), affrontano il rischio di annoiarsi durante la giornata lavorativa trovandosi, nell’arco di una settimana, a discorrere sempre delle medesime opere.

Per altri, invece, il pericolo quasi non sussiste, data la possibilità di spaziare con i temi. La ripetizione può verificarsi come un fatto episodico durante l’anno - si pensi alle guide che girano il mondo, operando in grandi contesti organizzati.

In generale, l’inconveniente c’è e pertanto va scongiurato, calcolandone la portata.

Per non incappare nella monotonia evito di rimanere una voce solitaria. Strutturo la comunicazione in varie forme, giocando con le info a mia disposizione e le curiosità sui luoghi o gli interpreti, dosandoli in maniera tale da suscitare interesse e creare interazione con il gruppo. Forse, una delle soluzioni più immediate viene fuori proprio dal confronto, dall’ascolto degli altri, dall’incontro delle diversità o anche dalla divergenza di opinioni, dalle suggestioni individuali che si creano durante il percorso. Indagini che portano ad ampliare il novero degli argomenti da trattare. Motivi sufficienti che mi stimolano a studiare ed approfondire quotidianamente tematiche varie, in maniera da farmi trovare preparato in qualsiasi momento.


Ricordo un giorno in cui i miei nervi furono messi a dura prova. Accompagnavo in tour guidato al Palazzo Reale di Torino una comitiva di persone (una ventina circa) molto chiassosa e disattenta, con alcuni elementi di disturbo completamente disinteressati ai miei argomenti.

In questo lavoro capita di incontrare soggetti poco partecipi, ma quella volta dovetti fronteggiare una situazione nuova per me. Ad un certo punto del cammino mi accorsi che il gruppo era spaccato in due, con testa e coda che procedevano a passi troppo diversi per continuare insieme. Interruppi per un attimo il racconto per richiamare all’ordine coloro che erano rimasti indietro, invitandoli ad aggregarsi agli altri e a rimanere in silenzio per favorire l’ascolto dei compagni, evitando inoltre di infastidire i visitatori del palazzo con le loro chiacchiere. La strigliata però non sortì gli effetti sperati e fui costretta a fermarmi di nuovo. Per un po’ proseguimmo tranquilli, ma al giro di boa dovetti interrompere ancora. Fu lì che la pazienza raggiunse il limite.

Tuttavia mantenni un comportamento professionale, mettendo da parte le emozioni. A differenza loro ero lì per lavorare. Per cui, ricordando a tutti qual era la mia posizione, con tono pacato e senza scompormi, feci presente che la misura era colma. Il tour poteva anche concludersi così se avessero preferito proseguire da soli.

Alcuni (una minoranza, per la verità) abbandonarono, mentre il resto decise di concludere la visita senza arrecare ulteriori fastidi.


Il lavoro di Guida Turistica si presenta agli occhi del mondo così com’è: un’attività strutturata e definita, circoscritta a una serie di compiti finalizzati allo svolgimento della stessa. I più noti riguardano l’organizzazione di percorsi guidati, la scelta dei luoghi, l’accompagnamento di gruppi turistici, con relativa illustrazione di ciò che c’è da conoscere al riguardo, l’accoglienza presso strutture ricettive. In concreto, buona parte delle mansioni che una Guida svolge regolarmente è delineata da questi punti.

Oltre al normale esercizio di essi si possono individuare singole espressioni da attribuirsi, per lo più, all’iniziativa individuale.

L’estensione del raggio d’azione presuppone la volontà di dedicare parte del proprio tempo libero ad attività extra, magari strettamente connesse a quella di Guida. Alcuni colleghi, nel corso degli anni, hanno deciso ad esempio di allargare gli orizzonti dando vita ad agenzie turistiche. Altri, invece, si sono lanciati nel mondo del web operando come consulenti o travel blogger. Quel che in superficie può apparire come un lavoro monotono, presenta in realtà possibilità da coltivare che possono dare delle belle soddisfazioni.


Parlare in presenza di persone – il più delle volte sconosciute - è un’attività che richiede un’adeguata preparazione e la conoscenza di alcune regole fondamentali.

Attraverso la comunicazione si trasmettono le informazioni. Ecco, questo fatto abbastanza scontato è invero un passaggio delicato per chi svolge la professione di Guida Turistica. Dando per assodata la conoscenza della materia e di più lingue, occorre innanzitutto sapersi esprimere in maniera chiara e concisa. Niente giri di parole inutili che possono condurre fuori strada.

In secondo luogo è necessaria un’ottima padronanza di linguaggio per farsi comprendere da chi ascolta. Se ad esempio si utilizzano termini desueti o poco conosciuti si corre di rischio che il messaggio non arrivi. Bisogna dunque sapersi adattare al contesto.

Un altro aspetto non trascurabile è che la comunicazione genera relazioni. Per questo è bene che una guida sappia interagire con il gruppo, conversi, si informi se tutto procede per il meglio, se ci sono punti poco chiari sui quali ritornare, evitando di parlare da sola (rimanendo molto spesso inascoltata). Insomma, le lezioni frontali meglio lasciarle ai professori.

Questi piccoli accorgimenti, accompagnati dalla passione per il lavoro, agevolano di gran lunga la fatica di chi quotidianamente si interfaccia con degli estranei.


Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di sentire usare l’espressione “potrei farti da Cicerone”.

Bene! Marco Tullio Cicerone era un grandissimo oratore romano, ed è il motivo per il quale - scherzosamente - lo si usa come sinonimo per indicare chi si propone di farci da guida quando ci si muove in contesti nuovi o semisconosciuti.

La professione di Guida Turistica, però, è soltanto in apparenza un lavoro semplice da esercitare poiché, al di là di ogni ragionevole istinto, per ottenere dei risultati apprezzabili occorre specializzarsi in numerosi ambiti. Trattandosi di un'attività di tipo culturale, una guida deve studiare in maniera approfondita le bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio che si intende visitare, insieme ai personaggi, gli eventi e le vicende storiche che hanno contribuito a renderlo degno di nota.

La conoscenza di questi elementi, tuttavia, da sola non è sufficiente per chi si propone di illustrare in maniera completa un’opera o un luogo. Una guida sa che del posto deve conoscere anche gli usi, le tradizioni locali, le curiosità, gli aneddoti e le specialità enogastronomiche per soddisfare le esigenze di visitatori interessati a vivere in prima persona esperienze sensoriali che vanno ben oltre il mero piacere intellettuale.


Quando ho scelto di lavorare come Guida Turistica non immaginavo minimamente che potessero esserci aspetti della professione con cui avrei fatto fatica a convivere. Si tratta invero di situazioni obbligate che, mio malgrado, non posso scongiurare.  

In cima alla lista ci metto il dover avere a che fare con la maleducazione di alcune persone, che – per quanto mi sforzi di ignorare - tollero con grossa difficoltà. Mi distrae, mi deconcentra e di conseguenza non mi fa rendere come vorrei. Il fatto di trascorrere del tempo insieme a soggetti con cui, nella vita di tutti giorni, non mi ci relazionerei neanche sotto tortura è qualcosa davvero difficile da gestire.

Sono abituata a trattare con rispetto gli altri, specie se estranei, anche quando ci sono profonde differenze di vedute, esigendo al contempo che mi si riservino gli stessi riguardi. Sul lavoro, però, trattandosi molto spesso di occasioni uniche di contatto, il rischio di trovare in gruppo qualche elemento di fastidio o poco incline alla partecipazione è alto.

Per far bene occorre affrontare il problema in maniera costruttiva, cercando di non minare tutte le cose positive che si è in grado di trasmettere.


Nella fase organizzativa e di programmazione di un tour è necessario tenere in considerazione molteplici aspetti, alcuni dei quali, se trattati con superficialità, potrebbero comprometterne la buona riuscita.

Per prima cosa è opportuno pianificare le tappe giornaliere, elaborando tabelle di marcia sostenibili per i partecipanti, onde evitare di creare visite che possano risultare in definitiva o troppo veloci - correndo il rischio di stancare il gruppo - o, ancora peggio, troppo lente - con il pericolo di annoiarli. Pertanto, la scelta dei luoghi da inserire nei percorsi va studiata a dovere, ed è sicuramente in cima alla lista delle priorità che una buona Guida Turistica deve osservare.

In secondo luogo, bisogna fare attenzione a non rendere la passeggiata proposta troppo faticosa dal punto di vista intellettuale, lasciando lo spazio necessario alle persone di metabolizzare ciò che si è avuto modo di ammirare per poter, di conseguenza, riflettere su di esso. Le visite guidate hanno una funzione istruttiva ed educativa, con lo scopo di arricchire il bagaglio culturale chi vi partecipa. Renderlo uno strumento di mera conoscenza è inutile sia da un lato pratico che lavorativo, in quanto i feedback potrebbero risultare improduttivi ai fini di un ritorno di immagine professionale.


La Guida Turistica ha il compito di preparare e strutturare nei dettagli visite guidate presso luoghi di interesse storico, artistico e culturale. Pertanto, tra le principali mansioni che esercita vi rientrano, in buona sostanza, tutte le attività strettamente connesse all’organizzazione di un tour. Attività che riguardano sia gli aspetti di carattere conoscitivo che pratico.

Si parte dunque con la raccolta delle informazioni più importanti e in grado di suscitare interesse nei partecipanti, con l’elaborazione di materiale illustrativo e brochure da distribuire al momento dell’accoglienza. È ovvio che le notizie devono essere predisposte in maniera chiara e intellegibile per tutti; per cui, qualora vi fossero persone straniere in gruppo, occorre che i dati siano redatti anche in inglese (o in un’altra lingua compresa, su richiesta).

Durante il percorso, poi, il professionista deve fornire supporto teorico qualora ci siano delle domande o delle curiosità da soddisfare riguardanti l’oggetto della visita.  

Per quanto concerne invece gli aspetti di carattere pratico del tour, una guida deve: 1) redigere una tabella di marcia e assicurarsi che venga rispettata; 2) saper gestire e programmare in autonomia gli spostamenti, le escursioni e le visite; 3) preoccuparsi di prenotare eventuali titoli d’ingresso ed assolvere ad ogni altro adempimento amministrativo necessario.


Una delle principali doti di una Guida Turistica è il sapersi relazionare con il pubblico in modo tale da tenere sempre vivo l’interesse per il contenuto della visita proposta.

Riuscire a conservare alta l’attenzione dei partecipanti, tuttavia, non è affatto un’attività semplice o che si può improvvisare, specie quando si lavora con gruppi eterogenei di persone. Pertanto, per scongiurare situazioni in cui il coinvolgimento cali d’improvviso o le distrazioni prendano il sopravvento, è opportuno elaborare strategie comunicative adeguate.

In alcuni contesti può essere utile – oltre che simpatico –  impostare la visita sotto forma colloquiale, arricchendo i racconti con aneddoti e curiosità che possono generare successive domande. Oppure, in assenza di queste, si può richiedere ai presenti di esprimere le proprie opinioni, raccontare le sensazioni che ha suscitato ad esempio la visione di una determinata opera.

Per aumentare l’interazione, in più di un’occasione ho consegnato ai membri del gruppo alcuni questionari inerenti il percorso; una sorta di modulo di gradimento da compilare alla conclusione di ogni tappa del tour, con relativo commento. Il fatto di averli investiti di un compito attivo mi è stato di notevole supporto quando mi sono trovata a combattere con soggetti turbolenti o inclini a disturbare gli altri.


Informazioni, percorsi di studi, carriera e salario

Un lavoro molto interessante e divertente è la Guida Turistica. Cosa fa?

 Il compito di questa figura professionale è quello di accompagnare i turisti a visitare dei siti di interesse. Questi possono essere città, monumenti, musei, teatri e molto altro. La Guida Turistica, quindi, non solo deve conoscere al meglio i luoghi dove conduce i suoi clienti, ma sono necessarie ottime abilità comunicative e la conoscenza di più lingue.

 Non si tratta di un semplice accompagnatore, ma di una vera e propria guida che conduce i turisti nel luogo di interesse permettendo loro di scoprire e imparare tante cose nuove. L’obiettivo della Guida Turistica è quello di allietare il tempo di chi visita una città o un museo, con spiegazioni semplici, coinvolgenti e anche a tratti divertenti.

 Come si diventa Guida Turistica? Serve la laurea o il superamento di un esame di stato? Quali abilità sono necessarie?

Percorso di studi di una guida turistica

Per diventare una Guida Turistica è necessaria una laurea triennale, in quanto, come vedremo, bisogna sostenere l’Esame di Stato. Infatti, le abilità richieste per svolgere questo lavoro sono diverse e richiedono formazione e passione.

Ci sono Guide Turistiche che si formano nell’ambito dei viaggi già dal liceo, scegliendo un indirizzo umanistico o professionale già indirizzato alle materie turistiche. L’istituto tecnico per il turismo, per esempio, offre una formazione di base circa la geografia, la storia, il mondo dei viaggi, economia e comunicazione.

 Si passa poi a indirizzi di laurea sempre nell’ambito turistico, dove vengono approfondite le principali abilità tecniche della Guida Turistica e si apprendono anche una o più lingue straniere.
 Questo percorso non è standard per tutte le Guide Turistiche, ma è quello più consigliato. Infatti, è l’iter che meglio prepara ad affrontare l’Esame di Stato.


 Per poter svolgere la professione di Guida Turistica è necessario essere in possesso di un patentino che si consegue solo con un Esame di Stato (Decreto Ministeriale 11 settembre 2015). Le sessioni avvengono ogni due anni, tramite la pubblicazione di appositi bandi. L’Esame consiste in una prova scritta sulla legislazione, sulla storia e l’arte italiane, in una prova orale integrativa e in una prova pratica, in cui i candidati devono simulare una visita guidata.

Sbocchi professionali di una Guida Turistica

La Guida Turistica può optare per due metodi di lavoro: può svolgere la sua attività in proprio, come freelance, oppure inviare la candidatura presso musei, luoghi di interesse o anche agenzie del turismo. 

Il ruolo di Guida Turistica freelance è molto vario e interessante, potendo operare in diversi posti e città, mentre quella dipendente approfondisce molto la conoscenza di un sito solo. In entrambi i casi, comunque, sono necessarie ottime doti comunicative e amore per il proprio territorio.


 I turisti, infatti, devono portare sempre con sé un ricordo indelebile dei loro viaggi e la Guida Turistica li può aiutare in questo scopo.

Stipendio di una Guida Turistica

Lo stipendio di una Guida Turistica dipende da diversi fattori: il livello di esperienza, il tipo di tour offerto e se la figura professionale sia freelance o dipendente. Inoltre, essendo un lavoro che si svolge nell’ambito delle vacanze, i prezzi dei tour variano molto in base alla stagione, invernale o estiva.


 In generale, un Guida Turistica in Italia guadagna all’incirca 1500€ al mese. Tuttavia, ci sono guide che riescono a guadagnare anche il doppio proponendo tour esclusivi e in alta stagione.

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