Come dare una buona impressione di sé durante un colloquio di lavoro

Come dare una buona impressione di sé durante un colloquio di lavoro

Come impressionare positivamente il recruiter in sede di colloquio di lavoro è una domanda da un milione di euro a cui tutti vorremmo saper dare una risposta esatta.

A scanso di equivoci, sgombriamo il cambio da possibili dubbi: il colloquio di lavoro perfetto non esiste.

Non esiste nella misura in cui è impossibile programmare a monte la perfezione dell’esito finale. A meno che non si tratti di un colloquio che segua le logiche di un concorso, impostato su domande a risposta multipla, valutate secondo un criterio matematico e di cui si conosca la banca dati. In tal caso, la somma delle risposte corrette potrebbe determinare il raggiungimento del massimo punteggio previsto, ergo la realizzazione della prova perfetta. Un risultato che passa attraverso uno studio approfondito – o matto e disperato - delle materie oggetto di esame.

Tuttavia, in linea di principio, un esito perfetto del colloquio non è da escludersi a priori. Ma si tratta di successi personali difficilmente replicabili su scala. Per fare un esempio, immaginiamo due soggetti con curriculum ed esperienze simili, valutati in partenza con lo stesso punteggio d’ingresso. In fase di colloquio vengono fornite identiche risposte alle medesime domande. Il risultato perfetto di uno dei due non è detto che automaticamente sia attribuito anche all’altro. Trattandosi di un incontro tra persone, l’esito è influenzato da fattori volatili, suscettibili di variabili improvvise, impossibili da predeterminare in maniera preventiva.

Tuttavia, è possibile affermare che vi siano degli elementi su cui costruire una performance ottimale e degna di nota. Seguendo una serie di piccoli ma significativi consigli, infatti, si può giungere preparati, così da riuscire a fornire una buona impressione di sé in sede di colloquio di lavoro.

Come impressionare il recruiter

A scuola, una buona preparazione sulla materia oggetto di esame gioca un ruolo fondamentale nel superamento della prova, trattandosi di una valutazione di merito.

L’esito finale di un colloquio di lavoro, invece, dipende dal valore delle risposte date e dalle impressioni suscitate nel selezionatore. Essendo un incontro conoscitivo, accanto alle competenze specifiche (tecniche e pratiche), necessarie per ricoprire un determinato ruolo, oggetto di indagine saranno infatti anche alcuni aspetti del carattere. Fattori ritenuti da molti secondari che in realtà raccontano delle persone molto di più di quanto si creda.

Il curriculum e la lettera di presentazione, elementi strategici per la buona riuscita del colloquio

Dovete immaginare che il recruiter si forma una prima idea in base al racconto che il candidato fa di sé nella presentazione. Arrivare al colloquio potendo contare su un buon biglietto da visita è uno dei punti cardini di un strategia vincente, finalizzata all’ottenimento di un lavoro. La scrittura di curriculum vitae efficace garantirà infatti chance di successo decisamente superiori rispetto ad un pastrocchio informe e male organizzato di dati.

Curriculum e lettera di presentazione sono elementi molto spesso trascurati dai candidati, poiché si ritiene – erroneamente – che il passaggio più importante per ottenere un lavoro sia il superamento del colloquio. In realtà, entrambi i documenti hanno una incidenza rilevante su quest’ultimo e sul giudizio finale dell’esaminatore, in quanto generano aspettative che dovranno essere riconfermate. Sarà proprio la qualità dei contenuti e delle informazioni veicolate ad indirizzare l’andamento della chiacchierata. Senza considerare che è la bontà del curriculum a determinare la possibilità o meno di  accedere allo step successivo.

Pertanto, per costruire una buona impressionare dovrete iniziare col lavorare bene a questi punti.

La verifica delle competenze in sede di colloquio

L’indagine delle conoscenze tecniche in sede di colloquio verterà sulla verifica delle esperienze e delle competenze dichiarate attraverso la candidatura. In buona sostanza, le domande saranno mirate a determinare il vostro grado di preparazione. Potrà esservi proposto un caso dove vi si chiederà di formulare un intervento pratico o di elaborare una soluzione ad un problema.

Nulla di trascendentale per chi è del mestiere e vanta padronanza della materia. Diversamente, se siete alle prime armi, occorrerà mostrare di essere in possesso delle conoscenze teoriche adeguate per risolvere la questione. Un ripassino degli argomenti in vista del colloquio vi gioverà. Se avete incertezze su cosa approfondire, la rilettura dell’annuncio e le relative richieste vi illumineranno la via.

Arrivare preparati ad un Colloquio di lavoro: consigli pratici


Curati gli aspetti summenzionati, possiamo dire che buona parte della preparazione al colloquio è fatta. Occorre però tener in conto le variabili soggettive sulle quali, come si diceva in principio, non si può stabilire con assoluta certezza il risultato che ne seguirà. Ciò che possiamo evidenziare, invece, sono alcuni accorgimenti su cui strutturare la seconda parte -  non meno importante - di una strategia vincente:

Puntualità. Presentarsi puntuali al colloquio è la norma. Farsi attendere o arrivare in ritardo non deporrà a vostro favore. Muovetevi con anticipo: un po’ di sala d’attesa non ha mai ucciso nessuno. Se per motivi indipendenti dalla vostra volontà doveste tardare (improvviso sciopero dei mezzi, incidente sul percorso) avvisate il selezionatore scusandovi per il contrattempo.

Distrazioni. Prima di entrare in sala deponete in borsa (o lasciate in auto) qualsiasi fonte di distrazione. Spegnete lo smartphone. In quei minuti dimenticate i problemi e concentratevi esclusivamente sul risultato finale.

Emozioni. Il colloquio di lavoro può generare tensioni e pressioni nei candidati, si sa. Anche gli esaminatori lo sanno, ed infatti proveranno a carpire una vostra possibile reazione in tali circostanze. Non fatevi dominare dalle emozioni, non perdete la calma, siate distesi, possibilmente sorridenti. Gesticolare troppo non aiuta. Tenete a freno l’ansia. Imparare a gestire questi aspetti vi aiuterà a dare una buona impressione.

Abbigliamento. Ad un colloquio di lavoro non occorre dimostrare di avere un ottimo gusto nella scelta del capo da indossare. L’abito dirà di voi quanto serve. Siate coerenti con il vostro modo d’essere, non cercate di influenzare la giuria puntando sul look. Informatevi sull’ambiente aziendale ed adeguatevi al contesto, senza barare. Meglio sobri che troppo eccentrici.

Immagine. La cura dell’immagine si lega e completa il punto precedente. Aspetto curato sì ma non troppo appariscente. È un dettaglio che influisce sulle impressioni, e in alcuni casi può orientare il giudizio.

Poche chiacchiere, tanta sostanza.  Vi potrebbe essere chiesto di parlare di voi. Lo scopo è mettere in luce alcuni aspetti della vostra personalità. Dove sapere che il recruiter, con questa domanda, andrà alla ricerca delle cosiddette competenze trasversali (o soft skills). Non lasciatevi cogliere impreparati sull’argomento, esitando o girandoci intorno. Un racconto sintetico e ben orchestrato dei vostri punti di forza susciterà impressioni positive su chi vi ascolta. Ricordate inoltre che nessuno è perfetto a questo mondo. Abbiate l’astuzia di valorizzare i vostri difetti.

Le domande al colloquio. Fate attenzione alle domande che vi verranno poste. Alcune di esse potrebbero nascondere dei trabocchetti. Allenatevi a dare risposte mirate, studiate le domande più frequenti che si ricevono ai colloqui.  Se avete la possibilità, fate domande al selezionatore.

Giocatevela bene e che la fortuna vi assista!

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