Quali sono i suoi punti di forza? e di debolezza?
Tra le domande poste in sede colloquio di lavoro ce ne sono alcune che indagano la sfera personale del candidato. Vengono definite di tipo comportamentale e sono formulate con lo scopo ben preciso di mettere in risalto alcune sfumature del carattere. Si tratta di richieste all’apparenza innocue che, se non gestite opportunamente, potrebbero condizionare la buona riuscita della prova.
È probabile che vi starete chiedendo cosa c’entri, ad esempio, il fatto di essere, nella vita di tutti i giorni, delle persone più o meno socievoli, pignole, ambiziose, ritardatarie o chiacchierone con il tipo di lavoro per il quale ci è proposti. E come, in particolare, queste peculiarità, positive o negative, possano orientare l’ago della bilancia.
In questo approfondimento analizzeremo un paio di argomenti molto cari ai selezionatori. Due domande tra le più frequenti che richiedono, all’occorrenza, delle risposte mirate. Nello specifico ci soffermeremo su quelli che sono i punti di forza e di debolezza di un lavoratore, cercando di chiarire in che misura possono far oscillare le decisioni degli esaminatori durante un colloquio.
Punti di forza e di debolezza, nella vita e sul lavoro
Solitamente, si è convinti che il giudizio espresso su di noi riguardi solo ed esclusivamente le competenze e le esperienze maturate in passato, e che in nessun modo possa influire il fatto che in alcune situazioni – extra lavorative - lasciamo che a guidarci siano gli istinti.
Chiariamo subito il punto, perché non è il caso di allarmarsi ulteriormente: in strada o tra le mura domestiche siamo sempre liberi di comportarci come preferiamo, se al lavoro non daremo problemi. È abbastanza scontato che la vita privata e quella lavorativa viaggino su binari separati.
In sede di colloquio, tuttavia, e in via del tutto via eccezionale, per un brevissimo lasso di tempo, queste due strade d’un tratto possono convergere per poi riprendere la loro direzione regolare. In questi frangenti, dunque, è di fondamentale importanza assicurarsi che tutto proceda bene e non si verifichino intoppi.
Punti di forza e di debolezza. Come valorizzarli in fase di colloquio
Il fulcro di questa analisi riguarda due fattori che, durante un colloquio di lavoro, possono diventare determinanti. Punti di forza e di debolezza, che altro non sono se non pregi e difetti della nostra personalità. Dicevamo poc’anzi che alcune delle fatidiche domande dei selezionatori, nella loro immensa semplicità, nascondono dei veri e propri trabocchetti. Occorre pertanto sapersi muovere nelle risposte, anche quando ci sembrerà che le cose di cui si sta parlando sono le più normali del mondo.
Partiamo dai concetti.
Cosa si intende per punti di forza e di debolezza
I punti di forza sono le migliori qualità a disposizione di un candidato, ovvero quelle caratteristiche su cui far leva per impressionare positivamente l’interlocutore. Al di là delle competenze tecniche e delle conoscenze maturate in ambito lavorativo, in genere evidenziate nel curriculum, agli esaminatori interessa conoscere anche quali sono i nostri pregi. È probabile che chiedano di descriverci con aggettivi che ci caratterizzano come persona, e non come lavoratore. Il motivo è molto semplice: nessuno, anche il più ingenuo, direbbe che sul posto di lavoro si distrae. Mentre è facile che, parlando di sé in libertà, si lasci scappare che gli amici lo rimproverino spesso perché dimentica gli appuntamenti.
Bisogna soffermarsi sui momenti, coglierne le differenze per poi riflettere sul fine ultimo. Per tali ragioni, è evidente che in sede di colloquio non ci verrà chiesto se siamo puntali a lavoro ma come ci comportiamo nella vita di tutti giorni. Si tenga presente che spesso queste chiacchiere avvengono in una clima disteso, cordiale e a volte di socialità. Chi ci osserva e sorride mentre rispondiamo però sta lavorando, per cui anche se vi sentite tranquilli come lo siete al bar state attenti.
Badate bene, non si tratta di un mostro di cui aver timore. È sufficiente saper dimostrare di affrontare in maniera professionale un colloquio di lavoro. Tutto qui.
Quindi la cosa più utile da sapere sul tema è capire come approcciarsi.
Che siate ambiziosi, puntali, precisi, affidabili o determinati non conta se queste qualità non hanno nessuna rilevanza specifica per la figura ricercata dall’azienda.
Per un lavoro che si svolge in team, ad esempio, ai selezionatori interessano maggiormente persone collaborative, razionali, pazienti e un po’ meno quelle istintive, testarde ed impulsive. Qualità queste ultime forse più indicate per un lavoro in singolo.
Non serve stabilire quali aggettivi ci descrivono meglio, in generale. L’unica strategia vincente è selezionare pregi pertinenti all’attività che si dovrà svolgere, preparare una breve descrizione, condendo il tutto con qualche racconto di esperienze passate.
Per cui l’essere competitivo, per le cose che si siamo appena detti, può essere un punto di forza in situazioni lavorative dove ci sono degli obiettivi da raggiungere, singolarmente. La competizione è ben vista in tali casi. Se avete anche esperienze di successo raccontatale, in breve, per rafforzare il concetto.
E i punti di debolezza?
Di converso, i punti di debolezza corrispondono ai nostri difetti, ovvero quei lati del carattere che ci identificano in maniera negativa agli occhi degli altri. Tutti ne abbiamo e nasconderli non sempre è la decisione migliore. Bisogna, anche in questo caso, conoscerli e saperli valorizzare. Ma cosi fa a valorizzare un qualcosa di negativo?
Contestualizzando il punto di debolezza.
Io sono timido ed introverso di natura, ma sul lavoro divento un’altra persona. Lo conferma il fatto che per due anni consecutivi sono risultato il miglior venditore regionale e tra i primi dieci a livello nazionale. Tant’è che il mio ex datore di lavoro, l’anno successivo, mi ha promosso, includendomi tra i docenti del gruppo formazione. Un’esperienza di cui ho fatto tesoro, che mi ha mostrato come si possono essere ottenere grandi risultati anche quando, per carattere, la cosa sembra impossibile.
Ecco, questo è solo un esempio di come si può, attraverso il corretto utilizzo delle parole, valorizzare un difetto. Bisogna conoscerlo, capirlo ed inserirlo all’interno del contesto lavorativo. Dobbiamo insomma valutare se possiamo rovesciare il tavolo trasformandolo in un punto di forza, oppure se è preferibile evitare di parlarne in sede di colloquio.
In ogni caso, tieni sempre a mente un consiglio: mostrarsi agitati non paga, dimostra insicurezza. E questo è un fattore di debolezza assoluto. Lavora sulle tue ansie, prova a gestirle attraverso una buona preparazione che non lasci spazio ad incertezze.
Informati sull’azienda, sul tipo di lavoro, su quali sono generalmente i punti di forza richiesti in tale contesto. Fai un lista dei tuoi pregi, elimina quelli improduttivi o inutili. All’interno del racconto che andrai a costruire valorizza i tuoi punti deboli, dimostra consapevolezza e maturità.
In un racconto costruito secondo questi criteri verrà fuori il meglio di te, e forse potrai risultare tu la persona più adatta a quel lavoro. Non perdere altro tempo!