Come rimettersi in piedi dopo aver perso il lavoro
Il licenziamento è tra i momenti più bui e delicati che una persona possa esser costretto ad affrontare durante il suo percorso, di vita e lavorativo. Parliamo di costrizione poiché, il più delle volte, si tratta di una decisione che il lavoratore subisce, in maniera passiva, impotente e senza possibilità alcuna di replica. Queste ipotesi di licenziamento non vanno però assimilate o confuse con quelle motivate da una giusta causa, che si verificano quando alla base del provvedimento vi siano comportamenti negligenti, scarsa professionalità o atti illeciti compiuti durante l’esercizio dell’attività lavorativa, che inducano – giustamente - l’imprenditore a procedere d’imperio con una risoluzione unilaterale del contratto.
Accanto alle vicende che coinvolgono i singoli, le cronache ci informano sovente – nostro malgrado - di casi di licenziamenti collettivi, di interi comparti d’azienda o settori produttivi dismessi, in prevalenza per ragioni di carattere economico o finanziario. La crisi dell’ultimo ventennio, che ha coinvolto numerosi ambiti produttivi ed industriali, ha mietuto migliaia di vittime in tal senso, con una crescita spaventosa della disoccupazione nell’intero Paese.
Assimilabile a questi casi vi è poi il cosiddetto licenziamento mascherato da trasferimento, che avviene quando la proprietà dell’azienda comunica ai dipendenti l’imminente chiusura dello stabilimento allegando una proposta di trasferimento presso una nuova sede, nella migliore delle ipotesi sita a centinaia di km di distanza dal precedente luogo di lavoro. Una pratica subdola, chiaramente lesiva dei diritti del lavoratore, che viene spacciata - in maniera ipocrita - come una forma di salvataggio del posto di lavoro.
Sul momento può nascere il problema di come informare la famiglia, i figli e agli amici dell’accaduto. Per alcuni può scattare un’immotivata vergogna. Altri ancora vivono il licenziamento con risentimento, percependolo come un fallimento personale.
Dall’insoddisfazione alla depressione il passo è breve, e non sempre si è all’altezza o nelle condizioni di capirne i segnali. Bisogna stare molto attenti a non trascurarsi. Perdere il lavoro è un problema serio e di non facile soluzione, con effetti sulla salute mentale che possono protrarsi nel tempo.
Come fare per non cadere nel baratro della disperazione?
La ricetta migliore è imparare a reagire e non perdersi d’animo. Incassate il colpo ma siate pronti a rialzarvi. Sopravvivere ad un licenziamento si può. Una seconda o terza chance ve la potete concedere. Dovete, in verità, considerando che sarete solo ed esclusivamente voi a pagare il conto finale. Siate padroni del vostro destino: trasformate una pseudo disfatta in occasione di rivincita personale. Fatelo diventare un motivo per cambiare vita. Guardate al futuro in prospettiva e con positività.
Dosate bene le energie e curate l’autostima. La colpa non è solo vostra se il mondo va a rotoli: ci sono quasi altri 8 miliardi di corresponsabili in giro a piede libero. Non gettate la spugna alla prima difficoltà, dedicatevi ad organizzare per bene il vostro rientro nel mondo del lavoro.
Partite da alcune cose basilari che vi riguardano in concreto, come ad esempio la vostra posizione previdenziale. Informatevi se vi spetta una buona uscita e a quanto ammonta. Ma fatelo subito, sapendo che è un diritto soggetto a prescrizione quinquennale. Quelle somme, seppur minime, potrebbero essere l’ossigeno sufficiente per rimettersi in moto o resistere nel tempo utile a trovare una nuova occupazione.
Al centro di questo piano ci siete solo voi, elemento imprescindibile da cui ripartire.
Ripartite da uno: ripercorrete il vostro background, riprendete in mano ciò che avete seminato ed imparato nel corso di anni. Che sia stata una breve o durata esperienza poco cambia in ordine all’approccio motivazionale da tenere. A 20 come a cinquant’anni.
Differenze invece ve ne sono dal punto di vista esperienziale e professionale, in relazione alle competenze acquisite. Un buon curriculum è sicuramente un tassello su cui far leva per ottenere un colloquio di lavoro. Importante inoltre è riuscire a valorizzare skills che possono essere d’ausilio nella ricerca di nuove opportunità lavorative.
Guardatevi intorno, attivate la rete di amicizie o persone che possono introdurvi in nuovi giri. Navigate in rete, rispondete alle offerte che trovate sui siti dedicati al lavoro, analizzate i profili in linea con il vostro bagaglio professionale, inviate candidature spontanee alle aziende, iscrivetevi ad una agenzia di collocamento.
Informatevi sui nuovi lavori del futuro, sulle possibilità di lavorare online, imparate cose nuove, funzionali alla ricerca di un lavoro diverso da quello svolto in precedenza. Controllate le opportunità di formazione per disoccupati proposte dagli enti territoriali vicini (regioni e comuni).
Inserite tutti questi punti nelle vostra to do list e passate alla ricerca di nuove opportunità.
Informatevi inoltre sulle opportunità messe a disposizione da Unione Europa, Governo e Regioni riguardo l’accesso a finanziamenti destinati a chi ha perso un lavoro e vuole ripartire, o ai fondi per incentivare la realizzazione di nuove imprese in alcune aree geografiche. Alcuni di questi contribuiti sono molto vantaggiosi dal punto di vista della restituzione, in quanto una parte delle somme ricevute è a fondo perduto, ovvero senza l’obbligo di restituire capitali ed interessi, se utilizzate per l’acquisto di impianti o per lo svolgimento dell’attività. Per ottenere queste agevolazioni è consigliabile farsi seguire da professionisti.
Sul cosa fare, invece, le risposte possono variare a seconda delle passioni, delle competenze e delle esperienze maturate. Potere rimanere nello stesso ambito in cui avete operato fino a ieri, diventando concorrenti del vostro ex datore di lavoro, oppure mettere in piedi qualcosa di nuovo.
Sta a voi, alla vostra fantasia e alle vostre intuizioni. Il tutto però sempre corredato da apposite ricerche di mercato. Qualunque cosa decidiate di fare, non muovetevi soltanto sulle ali dell’entusiasmo.
Positivi, certo, ma analizzate nel dettaglio tutti gli aspetti dell’investimento per evitare delusioni.
Accanto alle vicende che coinvolgono i singoli, le cronache ci informano sovente – nostro malgrado - di casi di licenziamenti collettivi, di interi comparti d’azienda o settori produttivi dismessi, in prevalenza per ragioni di carattere economico o finanziario. La crisi dell’ultimo ventennio, che ha coinvolto numerosi ambiti produttivi ed industriali, ha mietuto migliaia di vittime in tal senso, con una crescita spaventosa della disoccupazione nell’intero Paese.
Assimilabile a questi casi vi è poi il cosiddetto licenziamento mascherato da trasferimento, che avviene quando la proprietà dell’azienda comunica ai dipendenti l’imminente chiusura dello stabilimento allegando una proposta di trasferimento presso una nuova sede, nella migliore delle ipotesi sita a centinaia di km di distanza dal precedente luogo di lavoro. Una pratica subdola, chiaramente lesiva dei diritti del lavoratore, che viene spacciata - in maniera ipocrita - come una forma di salvataggio del posto di lavoro.
Cosa accade in una persona quando perde il lavoro
La perdita del lavoro è una situazione non piacevolissima da sostenere, che genera ansie, frustrazioni ed altre conseguenze nefaste sul benessere psico-fisco di una persona.Sul momento può nascere il problema di come informare la famiglia, i figli e agli amici dell’accaduto. Per alcuni può scattare un’immotivata vergogna. Altri ancora vivono il licenziamento con risentimento, percependolo come un fallimento personale.
Dall’insoddisfazione alla depressione il passo è breve, e non sempre si è all’altezza o nelle condizioni di capirne i segnali. Bisogna stare molto attenti a non trascurarsi. Perdere il lavoro è un problema serio e di non facile soluzione, con effetti sulla salute mentale che possono protrarsi nel tempo.
Come fare per non cadere nel baratro della disperazione?
La ricetta migliore è imparare a reagire e non perdersi d’animo. Incassate il colpo ma siate pronti a rialzarvi. Sopravvivere ad un licenziamento si può. Una seconda o terza chance ve la potete concedere. Dovete, in verità, considerando che sarete solo ed esclusivamente voi a pagare il conto finale. Siate padroni del vostro destino: trasformate una pseudo disfatta in occasione di rivincita personale. Fatelo diventare un motivo per cambiare vita. Guardate al futuro in prospettiva e con positività.
Dosate bene le energie e curate l’autostima. La colpa non è solo vostra se il mondo va a rotoli: ci sono quasi altri 8 miliardi di corresponsabili in giro a piede libero. Non gettate la spugna alla prima difficoltà, dedicatevi ad organizzare per bene il vostro rientro nel mondo del lavoro.
Partite da alcune cose basilari che vi riguardano in concreto, come ad esempio la vostra posizione previdenziale. Informatevi se vi spetta una buona uscita e a quanto ammonta. Ma fatelo subito, sapendo che è un diritto soggetto a prescrizione quinquennale. Quelle somme, seppur minime, potrebbero essere l’ossigeno sufficiente per rimettersi in moto o resistere nel tempo utile a trovare una nuova occupazione.
Avete perso il lavoro? Ripartite da uno
Tenere alto il morale quando si perde il lavoro non è cosa scontata. Se lo fosse staremmo impiegando tempo a discutere del nulla. Prendersi cura di sé è un passo necessario da compiere: la parte fondamentale di una strategia più ampia, senza la quale è complicato far funzionare il resto.Al centro di questo piano ci siete solo voi, elemento imprescindibile da cui ripartire.
Ripartite da uno: ripercorrete il vostro background, riprendete in mano ciò che avete seminato ed imparato nel corso di anni. Che sia stata una breve o durata esperienza poco cambia in ordine all’approccio motivazionale da tenere. A 20 come a cinquant’anni.
Differenze invece ve ne sono dal punto di vista esperienziale e professionale, in relazione alle competenze acquisite. Un buon curriculum è sicuramente un tassello su cui far leva per ottenere un colloquio di lavoro. Importante inoltre è riuscire a valorizzare skills che possono essere d’ausilio nella ricerca di nuove opportunità lavorative.
Guardatevi intorno, attivate la rete di amicizie o persone che possono introdurvi in nuovi giri. Navigate in rete, rispondete alle offerte che trovate sui siti dedicati al lavoro, analizzate i profili in linea con il vostro bagaglio professionale, inviate candidature spontanee alle aziende, iscrivetevi ad una agenzia di collocamento.
Informatevi sui nuovi lavori del futuro, sulle possibilità di lavorare online, imparate cose nuove, funzionali alla ricerca di un lavoro diverso da quello svolto in precedenza. Controllate le opportunità di formazione per disoccupati proposte dagli enti territoriali vicini (regioni e comuni).
Inserite tutti questi punti nelle vostra to do list e passate alla ricerca di nuove opportunità.
Aprire una nuova attività
Se le finanze ve lo consentono, valutate la possibilità di mettervi in proprio, di diventare un imprenditore. Magari utilizzando parte del TFR maturato.Informatevi inoltre sulle opportunità messe a disposizione da Unione Europa, Governo e Regioni riguardo l’accesso a finanziamenti destinati a chi ha perso un lavoro e vuole ripartire, o ai fondi per incentivare la realizzazione di nuove imprese in alcune aree geografiche. Alcuni di questi contribuiti sono molto vantaggiosi dal punto di vista della restituzione, in quanto una parte delle somme ricevute è a fondo perduto, ovvero senza l’obbligo di restituire capitali ed interessi, se utilizzate per l’acquisto di impianti o per lo svolgimento dell’attività. Per ottenere queste agevolazioni è consigliabile farsi seguire da professionisti.
Sul cosa fare, invece, le risposte possono variare a seconda delle passioni, delle competenze e delle esperienze maturate. Potere rimanere nello stesso ambito in cui avete operato fino a ieri, diventando concorrenti del vostro ex datore di lavoro, oppure mettere in piedi qualcosa di nuovo.
Sta a voi, alla vostra fantasia e alle vostre intuizioni. Il tutto però sempre corredato da apposite ricerche di mercato. Qualunque cosa decidiate di fare, non muovetevi soltanto sulle ali dell’entusiasmo.
Positivi, certo, ma analizzate nel dettaglio tutti gli aspetti dell’investimento per evitare delusioni.
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